La mostra “Fotogrammi – Volti e personaggi del cinema” al Cinema Multisala Apollo

Primo evento della 51esima edizione del Fotogramma d’Oro Short Film Festival è l’inaugurazione della Mostra “Fotogrammi – Volti e personaggi del cinema” fissata per oggi 17 maggio alle 18,00 al Cinema Multisala Apollo di Messina con ingresso libero (nelle foto alcuni scorci della mostra).

La mostra è dedicata al pittore Claudio Militti, recentemente scomparso.

Pubblichiamo di seguito la nota introduttiva che appare nella brochure a cura dalla prof.ssa Anna Maimone.

“Dopo la felice intuizione del 2018 gli animatori del Fotogramma d’Oro hanno coinvolto gli amici artisti in una nuova appassionante sfida. Se in occasione della cinquantesima edizione avevano sollecitato gli autori a cimentarsi nella creazione di locandine ispirate ai loro film preferiti con risultati di grande qualità e suggestione, quest’anno la provocazione è stata lanciata ponendo come tema Volti e personaggi del cinema. Tema ispirato alle immagini che negli anni ’50 animavano l’ingresso del cinema Trinacria e probabilmente anche di altri. Erano quadri di modeste dimensioni con foto ritoccate a colori dei grandi attori del momento.
Ci aspettavamo, anche con qualche preoccupazione, molte Marylin (l’immagine dominante nei ricordi dei più anziani) magari segnata dall’influenza dei multipli di Andy Wharol: a questo immaginario, pur con le debite distanze corrisponde soltanto il lavoro di Alessandro Faccini che rimanda a un aneddoto famoso. Alla domanda su cosa indossasse per andare a letto, la diva avrebbe risposto: “Soltanto qualche goccia di Chanel n°5”. Lo Chanel n°5 impera ancora, la diva rimane lontana sullo sfondo.
In una ben diversa prospettiva Mamy Costa sembra volere afferrare un’immagine di cui sfuggono i contorni e tenta un ricordo parziale della Diva, oscurata da un rosso angoscioso che rimanda inequivocabilmente ai dubbi sulla sua morte.
Ma le sorprese non si fermano qui.

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Come nella precedente edizione anche questa volta hanno risposto con entusiasmo autori di diverse generazioni e questo ha conferito all’evento una pluralità di angolazioni e prospettive.
I più giovani sono andati alla ricerca dei volti di un tempo, curiosi di un mondo distante dal loro vissuto, filtrato dall’immaginario. Penso alla Grace Kelly di Valeria Trimboli, alla Brigitte Bardot di Francesca Fulci e alla Sofia di Giusi Oliveri. Bellezze femminili, definitivamente liberate dal ruolo di maggiorate sex-simbol. Analoga sensibilità, pur con sfumature diverse, possiamo riconoscere nella Margherita Buy di Angela Andaloro, nella Juliette Binoche di Alessandra Lanese e nell’Eva Green, la ragazza di “The dreamers” di Bertolucci ripresa da Ilenia Delfino.
Non si distacca molto da questa visione l’Anna Magnani di Maurizio Gemelli. Lontana, quasi smorzata risulta anche la Monica Vitti di Giuseppe Lisciotto: con la sigaretta in bocca, contro un fondale di carta da parati anni ’60 ritroviamo una Vitti cui il tempo sembra avere definitivamente cancellato lo sguardo ora penetrante ora smarrito. In questi lavori, lo stesso uso delle tecniche, prevalentemente grafiche, ha consentito di distanziare le immagini in una dimensione di passato assoluto. Al passato assoluto appartiene, a maggior ragione, la Lulù de “Il vaso di Pandora” di Antonio Amato. Il volto di Lulù (in un film muto del 1929, tratto da due drammi di Widekind) nella sua seducente sensualità e spiazzante innocenza suscita la Nostalgia di uno sguardo.
Dalla memoria collettiva Mariagrazia Toto attinge il fotogramma di uno dei più celebri baci della storia del cinema, quello di Vivien Leigh e Clark Gable nei personaggi di Rossella e Rhett in “Via col Vento”. Ad un immaginario maschile tradizionale ci conduce la Mariagrazia Cucinotta di Antonello Arena, mentre Maria Rando cerca di fermare la fascinazione dell’attrice percepita in Malena attraverso lo sguardo del ragazzino, impersonato da un suo, allora, giovanissimo nipote.
Negli autori più maturi il tema del tempo è stato rappresentato non più come storia di altri da esplorare, ma come parte del proprio vissuto. Così è per mamma Roma di Mantilla con metà volto drammaticamente deformato da un dolore di madre più opacizzante della morte. Come anche nel doppio Rodolfo Valentino con cui Aurelio Valentini ci propone, in un pastello invecchiato con il caffè, il tema della caducità della bellezza. Il fotogramma di Pasquita Pollicino illumina parzialmente il volto di Anna Magnani mentre una silhouette appena accennata evoca la corsa e il personaggio di Pina in “Roma città aperta”.
La sagoma di Hitchcock sormontata da un corvo rosso è la proposta di Mimma Oteri che fa di Alfred una icona fuori del tempo. Riprendendo il volto di Peter O’Toole in “Lawrence d’Arabia” Riccardo Orlando rinnova emozioni e annulla nel ricordo le distanze. Antonello Bonanno Conti richiama con scritte tutti i film di Marcello Mastroianni illuminando di verde tre volti dei film diretti da Fellini.
Il tempo e l’eterno ritornano nella Grande bellezza ripresa da Fabrizio Ciappina che ci propone un piccolissimo Servillo, in un paesaggio romano con le rovine sotto una meridiana che inesorabilmente segna il tempo.

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Ad una dimensione atemporale e impegnata ci porta il ragazzo dai capelli verdi di Margherita Serboli che ripropone un film del 1948, rigorosa denuncia del pregiudizio, dell’intolleranza e della guerra. In una prospettiva molto simile Salvo Mulfari ci ricorda la visione del mondo di Forrest Gump. “Il mondo non sarà più lo stesso dopo averlo visto con gli occhi di Forrest Gump”, recitava il trailer originale. Non possiamo non convenire che di un po’ di genuinità abbiamo tutti estremo bisogno. Con un The wall, esplicito riferimento a “Pink Floyd The wall”, Massimo Di Prima richiama la necessità di abbattere i muri a partire da quelli interiori. Mentre Venera Leto proponendo il volto di Anna Karina nel personaggio di Natascia in “Alphaville” (Godard 1965) richiama l’impossibilità di far tacere il proprio cuore e la propria coscienza. Anche la scelta di un personaggio può essere occasione per esprimere un proprio sentimento e un proprio credo.
Con Alex de “L’arancia meccanica” Nello e Laura Fatato ripropongono gli incubi e le paure delle società urbane dei nostri tempi.
Molti autori sono stati sollecitati dal tema attore personaggio. Luigi Di Bella ci presenta un Adolfo Celi con la benda nera: un Emilio Largo in “Operazione Tuono”, ma con l’occhio scoperto pronto a sorridere ai suoi concittadini. Togo fattosi anche lui personaggio, nascosto, si fa cercare da un simpaticissimo Charlot nel bar del paese con tanto di sfondo di Capo Scaletta.
Al dualismo attore personaggio ci riporta Mariella Bellantone con Double-face in cui affianca, dopo averlo dimezzato, il volto di Charles Chaplin e il personaggio di Charlot.
Giusy Giorgianni presta invece il proprio volto a Il corvo, tramite tra il regno dei vivi e quello dei morti per affidargli, forse, sopiti sentimenti di vendetta.
Nel mondo dei supereroi ci sposta invece Paolo Piccione con il suo Joker, l’acerrimo nemico di Batman, che si camuffa da clown per compiere le proprie gesta criminali.
Rosa Rigano con Mary Poppins e il suo magico ombrello porta un soffio di leggerezza all’insieme e al nostro racconto, mentre Sabrina Pistone con Totò-la felicità ci ricorda che la “felicità è solo attimi di dimenticanza”.
Nel proporci Johnny Depp nella saga “I Pirati dei Caraibi” Alfredo Santoro non rinuncia ai suoi suggestivi notturni in cui si staglia una nave che solca il mare a vele spiegate.
Fabio Pilato ritorna con la sua scultura de “Il Postino”, la sagoma di Massimo Troisi appoggiato alla sua bicicletta, ma con una grande novità perché la riproduzione di quest’opera è diventata quest’anno uno dei trofei del Fotogramma d’Oro Short Film Festival”.

La Mostra si può visitare nei giorni di apertura del Cinema Multisala Apollo fino al 31 maggio 2019, salvo proroghe.

Ingresso libero.

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