Art’è … riciclo

Art’è … riciclo è il primo di una serie di incontri organizzati dallo staff del Fotogramma d’Oro Short Film Festival che hanno per oggetto l’Arte. Traendo ispirazione dal Cinema, ogni giovedì alle 18,30, in diretta streaming dalla pagina Facebook del Festival, si dibatterà su vari temi con la partecipazione di Artisti ed Esperti del settore di interesse.

Alla prima puntata del 22 aprile hanno partecipato gli artisti Mauro Martini, Fabio Pilato e Piero Serboli. Lo storico dell’arte Giampaolo Chillè ha condotto la puntata, che è iniziata con la visione del breve reportage “Mauro Martini, l’alchimista che trasforma i rifiuti in arte”, realizzato nel 2004 da Carlo Bonadeo.

A seguire Francesco Coglitore, presidente della Federazione Nazionale Cinevideoautori e direttore artistico del festival Fotogramma d’Oro, ha introdotto la puntata, sottolineando che l’evento, che coincideva con la Giornata mondiale della Terra, dedicata quest’anno al ripristino degli ecosistemi, voleva essere un piccolo contributo al tema del giorno “parlando di come i rifiuti, quali plastica, metalli, vetro, legno, carta, tessuti, destinati ad essere gettati, possano, invece, diventare anche opere d’arte, grazie alla creatività e alla fantasia di alcuni artisti”. Coglitore è passato quindi alla presentazione degli Ospiti (nella foto sotto da sinistra, in alto Coglitore, Chillè e Martini, in basso Serboli e Pilato).

L’incontro si è rivelato estremamente interessante dal punto di vista qualitativo, anche perché i tre artisti intervenuti, pur occupandosi di ambiti e materiali completamente diversi, hanno evidenziato un’insospettabile comunanza di punti di vista e di buone pratiche nel gestire la realizzazione dell’opera.

Innanzitutto tutti e tre gli artisti hanno dichiarato di essere autodidatti e di avere trovato il loro percorso artistico quasi per caso. Inoltre, negli interventi, è emerso un rapporto particolare degli artisti con i materiali e gli oggetti trattati, un “dialogo” e l’attesa che gli stessi “parlino” e, in qualche modo, ispirino la creazione di una nuova opera. Gli ospiti hanno inoltre condiviso l’idea che questo tipo di arte non sia snob e rivolta ad un pubblico scelto e di élite, ma sia indirizzata a tutti e da tutti fruibile.

Mauro Martini (nella foto a sinistra) in particolare, ha raccontato di avere scoperto il materiale elettronico con cui realizza le sue opere in modo del tutto fortuito, smontando il suo vecchio computer, pur se la sua ricerca si è rivolta ad altri tipi di materiali ai quali, oltre a dare nuova vita, riesce a dare anche nuova forma; tutto ciò presuppone una ricerca ed uno studio che, come sottolineato da Giampaolo Chillè, distingue il creativo dall’artista. Il riciclo, per un artista, è infatti espressione della sua poetica, del suo modo di “sentire” e fare Arte, come un Alchimista che trasforma un oggetto banale ed insignificante, che apparentemente ha concluso il proprio ciclo di vita, in qualcosa di esteticamente gradevole, interessante ed artistico (nelle foto sotto alcune opere di Martini).

Come premesso da Giampaolo Chillè nella presentazione del secondo ospite, il riciclo artistico di Piero Serboli (nella foto a destra) non prevede modifiche del materiale, ma una rilettura spesso ironica ed allegorica, che stimoli alla riflessione su importanti temi sociali, come ad esempio la figura ed il ruolo della donna nella società, l’equilibrio ecologico, la salvaguardia dell’ambiente e del pianeta, la riflessione divertente, ma mai blasfema, sulla sacralità di “santi” e “reliquie”. Serboli ha anche sottolineato l’importanza del simbolo, e quindi dell’oggetto, in una composizione artistica, poiché esso «basta per costruire una storia, il segno nasce prima della parola ed è universale». La parola chiave per Serboli è familiarizzare con l’arte, sia per chi la pratica, sia per chi ne fruisce, auspicando una politica culturale che agevoli tale percorso (nelle foto sotto alcune opere di Serboli).

Emozionante e toccante la testimonianza di Fabio Pilato, artista e poeta del ferro (nella foto a sinistra), preceduta da un breve video a lui dedicato intitolato “Fabio Pilato e il raduno dei pesci dello Stretto di Messina”, realizzato da Fabio Messina e pubblicato su Facebook nel blog “Racconto di Sicilia”. L’artista ha sottolineato più volte che la malattia, che lo ha colpito e lo affligge da tempo, lo ha spinto a donarsi completamente all’arte, come ad una religione che lui professa con fede totale; per ben quattro volte il sogno e la visione di questa missione artistica gli hanno salvato la vita, con l’obiettivo di completare il “Museo del mare”, ossia la realizzazione di tutti i pesci dello Stretto di Messina a dimensione naturale, in ferro ed acciaio, che egli intende donare alla città di Messina. Il riciclo, nell’attività di Pilato, consiste nell’utilizzo di almeno l’80% di scarti di ferro di altri manufatti, ma le caratteristiche di questo materiale fanno sì che esso possa essere riutilizzato all’infinito con una lavorazione alta e fine, estremamente difficoltosa, motivo per cui le sculture in ferro non hanno avuto, nel corso del tempo, la meritata considerazione.

Da sottolineare la misurata e competente conduzione dello Storico dell’arte, prof. Giampaolo Chillè (nella foto a destra), che ha introdotto gli artisti, individuandone le caratteristiche peculiari, ed ha dialogato con loro in modo lieve e scorrevole, pur approfondendo le tematiche previste e dando il giusto spazio a ciascun ospite. Chillè, ironicamente, si è rallegrato del fatto di aver potuto finalmente dialogare con «artisti in carne ed ossa», dal momento che la sua attività didattica e di ricerca lo impegna prevalentemente ad occuparsi di «personaggi del ‘500 e ‘600 che non ci sono più da parecchi secoli».

Chi volesse visionare l’intera puntata potrà collegarsi alla pagina Facebook del Fotogramma d’Oro Short Film Festival, Sezione Video.

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